A CARLO
- salvento
- 4 mag 2012
- Tempo di lettura: 2 min

Ciao Carlo,
ieri Ti abbiamo salutato commossi per l’ultima volta, riuniti assieme in un lungo percorso di persone che hanno attraversato e accompagnato la tua vita professionale e la tua sfera di amicizia, fortunati come noi che abbiamo avuto il privilegio di condividere tanti momenti di vita gioiosa e divertente basata sulla tua voglia di stupire sempre, di essere l’artefice convinto del divertimento dei tuoi amici, sempre al centro dell’attenzione e prodigo di sorrisi, battute e scherzi che non smettevi mai e poi di mai di avere sempre pronti per tutti noi, che restavamo lì a sentire e risentire tutto quello che raccontavi anche mille volte di seguito, con quell’attenzione che di solito si riserva alle grandi prestazioni dei mattatori teatrali.
Tu ci hai lasciato in brevissimo tempo, e a me resta l’amaro di non essere riuscito a superare le mie angosce per venirti a salutare negli ultimi giorni, ma hai avuto e avrai sempre un posto speciale nei miei ricordi.
Speciale perchè sin dalle prime volte che abbiamo incrociato i nostri percorsi professionali, pur con le frequenti battaglie sui modi di vedere le cose e sul come farle, il mio rispetto per la tua lealtà e la tua franchezza nel portare avanti con lucidità e consapevolezza ciò in cui credevi, è stato immediato, e immediata è iniziata anche una amicizia che credo e spero sia rimasta tale in tutti questi anni in cui abbiamo affrontato tutti i cambiamenti del mondo del lavoro che spingono sempre di più a limitare i rapporti umani tra colleghi, tra impresa e committenza, tra operaio e responsabile, tra professionista e impresario per renderli freddi e asettici come si conviene ad un mondo nevrotico come quello che stiamo vivendo.
Ma ieri dentro quella chiesa e sopra quel sagrato, tutto ciò si è rivelato inutile grazie a Te, perchè lì c’eravamo tutti e tutti avevamo un punto comune che ci affratellava e ci univa come non mai, il tuo ricordo e il ricordo di quello che avevi seminato in ciascuno di noi e che ciascuno di noi Ti deve per sempre: la voglia di fare bene il proprio lavoro con serietà e rigore, a volte anche aspro, ma non una umanità immensa e con la voglia di dare un senso comune a tutto quello che si faceva condividendo momenti di gioia, di divertimento e convivialità appena era possibile.
I tuoi racconti epici e le tue frasi celebri, come ieri ha citato l’amico Mario, ci accompagneranno per tutta la nostra vita e per tutto il nostro futuro che contiamo possa essere luminoso e gioioso per poterlo condividere con Te, perchè questa luce e questa gioia siano il miglior ricordo di quanto ci hai trasmesso e donato negli anni.
Grazie Carlo e continua a esserci amico anche da dove Ti trovi oggi, ovunque sia.
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