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PICCOLO DIZIONARIO DEI PIU' USATI TERMINI MARINARESCHI O DELLA MARINERIA 

Minuscolo ma pratico vademecum che può servire ai marinai semplici o scelti, ma anche ai capitani e agli ammiragli per parlare la stessa lingua e intendersi al volo senza capire “pan per focaccia” e crearsi problemi nei momenti di grande tensione agonistica o nei momenti di difficoltà tecnica

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LETTERA S

SACCATURA

Lingua circoscritta di bassa pressione che s'insinua in una zona dove la pressione è alta; comporta peggioramento del tempo.

Collegata a quella principale evidenzia un corrugamento più o meno accentuato delle isobare.

SALPANCORA O SALPA ANCORA

Particolare tipo di verricello normalmente munito di barbotin, per facilitare le manovre di ancoraggio (salpare, spedare. gettare l'ancora, ecc.).

SALVAGENTE

Oggetto predisposto a fare restare a galla una persona caduta in acqua; può essere individuale (a ciambella, ferro di cavallo, anulare, a giubbotto, ecc.) o collettivo (atolli e zattere di salvataggio).

SARTIA

Cavo di acciaio che serve per sostenere e impedire flessioni laterali dell'albero; il loro numero varia a seconda del numero di crocette, queste ultime utilizzate per accrescere l'angolo sartia albero, diminuendo così lo forzo di compressione.

Originariamente in canapa, sono ora cavi di acciaio inossidabile intrecciati o tondini pieni (nelle imbarcazioni più grandi). Anche se nel 1800 erano già in uso altri materiali, la canapa veniva usata per il sartiame (cioè l'insieme delle sartie) nelle spedizioni ai poli in quanto garantiva maggior resistenza alle basse temperature.

Solitamente, per mantenere l'albero in posizione, possono esserci diverse sartie per lato.

Con l'aumento delle dimensioni delle imbarcazioni e conseguentemente degli alberi, aumenterà anche il numero di sartie.

Sartie particolari sono quelle di poppa e di prua, queste infatti non si chiameranno più sartie ma, rispettivamente, paterazzo (o strallo di poppa se non ragionevolmente regolabile) e strallo di prua (se ce ne fossero due o più, quello a poppa rispetto allo strallo più a prua si chiamerebbe stralletto).

Il sartiame moderno può essere anche regolato al fine di incurvare un albero flessibile verso prua o verso poppa, a seconda delle condizioni del vento e del mare e delle andature che si vogliono sfruttare (ad esempio) durante una regata.

Nel piano velico frazionato la vela di prua è fissata ad un'altezza intermedia dell'albero; per contrastare la tensione portata in quel punto dalla vela, occorre armare alla stessa altezza le sartie volanti, cosi dette perché ad ogni virata la sartia volante sopravvento viene posta in tensione (cazzata) mentre quella sottovento viene mollata (lascata).

SASSOLA O SESSOLA

Grossa cucchiaia rettangolare, in legno o plastica, che serve a svuotare le imbarcazioni dall'acqua.

SBANDAMENTO

Allontanamento dal normale assetto, ovvero inclinazione della barca rispetto alla superficie del mare.

L'inclinazione della barca dovuta alla spinta del vento sulle vele e all'effetto dell'onda.

SCANDAGLIO

Strumento per misurare la profondità; lo scandaglio più semplice in uso anticamente, è formato da un piccolo peso a cui è attaccata una lunga sagola su cui sono fatti dei nodi, ad esempio ogni metro: calato il peso in acqua si lascia scorrere la sagola contando i nodi fino a quando il peso non ha raggiunto il fondo.

Esso dava la profondità impedendo quindi alla nave di finire su un fondale basso e arenarsi.

SCARROCCIARE

Spostamento laterale della barca per effetto del vento; è più evidente in bolina.

SCARSO

Se il vento cambia direzione in modo da incidere la vela con un angolo minore e se la barca non segue questo movimento aggiustando la rotta (poggia), la vela si deformerà nella sua parte anteriore (il famoso 'palloncino' che si insegna ai bambini della scuola vela).

Il filetto sottovento perde stabilità (sbatte insieme alla vela) e quindi non è più indicativo.In conseguenza di ciò la portanza diminuisce rapidamente e con essa la velocità e la forza di sbandamento.

Al contrrio se il vento si allontana dalla prua ci troviamo in una situazione di 'Buono' di vento.

SCIA

Traccia spumeggiante che viene lasciata sull'acqua da un'imbarcazione in movimento.

SCOTTA

Cima di manovra per tendere verso poppa qualsiasi vela; ogni scotta prende nome dalla vela cui è connessa: scotta di randa, scotta di fiocco.

Cima utilizzata per regolare la vela partendo dal suo angolo posteriore basso (punto di scotta); la trazione sulle scotte viene di solito esercitata parallelamente al piano di coperta.

SCUFFIARE

Si usa questo termine per indicare uno sbandamento violento al termine del quale la barca ha l'albero in acqua; tipico delle derive senza bulbo zavorrato, per cui il raddrizzamento deve essere fatto direttamente dall'equipaggio utilizzando il proprio peso.

SECCO

'a secco di vele' si dice della nave che sia o che proceda con le vele del tutto ammainate o serrate, per maltempo insostenibile, ma anche per altra ragione.

SEGNAVENTO

Oggetto atto a indicare la direzione di arrivo del vento normalmente è formato da una freccia o una banderuola ruotanti su un perno fissato sulla testa d'albero; può essere anche un sottile filo di lana posizionato soprattutto nelle vicinanze della inferitura e lungo la balumina.

Il suo distendersi al vento o il muoversi scomposto segnala la presenza o meno di moti turbolenti che diminuiscono drasticamente la efficienza della vela.

SENTINA

1) La parte più bassa della stiva, dove si raccolgono gli eventuali rifiuti liquidi, (acqua proveniente da lavaggi, condensazioni, infiltrazioni, spurghi di macchinari, ecc.). Le varie parti della sentina sono generalmente coperte con pagliuoli.

2) Cassettone fatto di tavole, a guisa di una canna da pozzo, per escludere i copri estranei dannosi alle trombe , che, partendo dal fondo della stiva, s'innalza fin sotto i bagli del primo ponte e che fa l'ufficio di rinchiudere le canne delle trombe; esso è forato all'interno sul fondo di stiva per far sì che l'acqua quivi penetrata vi si raccolga. Fatto intorno al piede dell'albero di maestra e, nelle navi da guerra, anche intorno a quello di mezzana.

SESTANTE

Strumento per misurare l'angolo tra gli astri visibili e l'orizzonte, ideato dopo l’ottante, questo è ampio un sesto di circonferenza, in grado di misurare angoli fino a 120°, preso come riferimento.

Attraverso apposite tabelle (le effemeridi) che descrivono la posizione di stelle e pianeti ad ogni momento di ogni giorno dell'anno, è possibile determinare il punto della superficie terrestre in cui viene fatto l'avvistamento, ovvero il punto nave astronomico.

SLITTA

Ceppo metallico scorrevole in una rotaia, portante un golfare su cui si attacca lo strozzascotta della randa o un bozzello di scorrimento della scotta del fiocco.

Serve per variare gli angoli di scotta.

SOPRAVENTO

Indica tutto ciò che si trovi dalla parte dalla quale proviene il vento; è il contrario di sottovento.

SOTTOVENTO

Indica tutto ciò che si trovi dalla parte opposta dalla quale proviene il vento; è il contrario di sopravento.

SPECCHIO

Parte poppiera della barca, spesso di profilo piatto, che funge da parte terminale in collegamento con le due fiancate

SPIEGARE

Per una vela s'intende l'atto di scioglierla, inferirla se necessario e mandarla a riva ossia issarla o alzarla.

SPINNAKER

Grande vela di prua utilizzata nelle andature portanti e perciò molto concava; è caratterizzata da un taglio simmetrico che ricorda un triangolo isoscele dai lati curvi verso l'esterno (le spalle dello spi).

Costruita in leggerissimo nylon (tessuto che può essere colorato senza alterarne le caratteristiche) può avere un'area grande oltre il doppio del genoa ed è murata fuori bordo mediante l'uso del tangone. Non incocciata agli stralli.

SPRAYHOOD

La copertura, fissa o amovibile, che parte dalla tuga e copre parte del pozzetto è detta cappottina o paraspruzzi.

Si può dire anche capote, ma spesso viene citata con il termine inglese sprayhood.

SPRINGS

Termine inglese che indica le cime per l'ormeggio che vengono incrociate dalla prua in barca verso poppa in banchina e viceversa

Impediscono il movimento longitudinale della imbarcazione, ovvero tengono fisso rispetto alla banchina il punto ove si incrociano, sostenendo perciò lo sforzo maggiore.

STAZZA

Esprime la capacità degli spazi interni, chiusi, della barca e rappresenta quindi un volume e non un peso, anche se viene calcolata in tonnellate (per definizione 1 tonnellata di stazza è uguale a 2,83 mc.).

La stazza di regata serve invece per determinare il rating o i compensi per fare gareggiare insieme barche di differenti potenzialità.

STECCA

Piccola asta, quasi sempre piatta e lunga, in legno o resina sintetica che viene inserita in una apposita tasca cucita sulla vela per rendere maggiormente rigido il tessuto e impedirne il fileggiamento.

STOPPER

Particolare tipo di strozzascotte dove per bloccare la cima viene utilizzato un eccentrico dentato autobloccante collegato a una leva esterna per quando si vuole liberare la presa (fino a quando la leva è abbassata, il sistema permette alla cima di scorrere solo nel senso dell'aumento della tensione); l'uso degli stopper permette di tenere tesate più manovre cazzate con un unico verricello.

STRALLARE

Portare il tangone più vicino allo strallo; operazione che si esegue lascando il braccio e cazzando il caricabasso

STRALLO

Un cavo, simile a una sartia, ma piazzato anteriormente a un albero. Durante le regate, spesso lo strallo si può regolare per ottenere una curvatura dell'albero che sia ideale per le condizioni di navigazione.

STRAMBARE

Cambiare di bordo in una andatura di poppa, ovvero cambiare le mure al vento passando per la poppa piena.

Di conseguenza la Strambata è la rotazione di una vela di taglio con andatura di poppa e conseguente cambio di mura.

E' una delle fasi della virata in poppa, per cui si passa il boma da una banda all'altra. Trattasi di manovra controllata quando viene eseguita par cambiare rotta o mure, ma può essere anche accidentale.

STRAORZARE

Andare involontariamente e bruscamente all'orza a causa di una improvvisa raffica, di un'onda o di un qualsivoglia errore: è pericoloso in quanto la barca viene fortemente sbandata, a volte addirittura 'sdraiata' con le crocette in acqua e la pinna fuori (scuffiare).

STRAPOGGIA

L'atto dello strapoggiare, contrario di straorzare; la strapoggia può essere più pericolosa della straorza in quanto il brusco poggiare può provocare una strambata non controllabile con rovinoso passaggio del boma sulle altre mure.

STRATOCUMULI

Lo stratocumulo è una nube bassa e scura, simile ad uno strato, ma caratterizzata da irregolarità nello spessore. Si presenta come un ammasso tondeggiante, di colore grigio nella parte inferiore.

Essa è un'altra nube da fronte caldo che precede le schiarite del settore caldo. Nonostante il loro inquietante aspetto, producono solo pioggia leggera.

STRINGERE IL VENTO

Mantenere un'andatura di bolina cercando progressivamente di ridurne l'angolo del vento stesso.

STROPPO

Breve tratto di corda avvolta ad anello intorno ad un oggetto mobile per fissarlo ad un punto fermo.

STROZZACAVO

Un tipo di galloccia speciale che consente di fissare la cima molto rapidamente con un dispositivo di blocco.

STROZZASCOTTE

Dispositivo per impedire lo scorrimento della scotta nel senso dell'allentamento della tensione; lo strozzascotte più semplice (detto anche clamcleat) è formato da una gola ricavata in un blocchetto di materiale plastico, entro cui la cima si autostrozza.

SUPERFICIE VELICA

Misura dell’area di tela che una nave o un’imbarcazione può esporre al vento.

SVENTARE

Propriamente togliere vento alle vele e cioè disporre queste o la nave nella direzione del vento in modo da lasciarle fileggiare e ad annullarne l'effetto propulsivo.

SVERGOLAMENTO

La vela ha sempre tendenza ad assumere una forma elicoidale con la parte alta (meno tenuta dalla base) che cerca il letto del vento (per effetto degli attriti il vento è più forte in alto che non a pelo d'acqua: fino al 10% in più a 10 metri).

Lo svergolamento permette di ottenere sulla parte alta della vela una forza aereodinamica meglio orientata ed una forza di sbandamento più debole. Viene regolato attraverso il punto di scotta per il fiocco, il vang ed il carrello di scotta per la randa.

Il carrello di scotta è essenziale per controllare lo svergolamento. Grazie ad esso è possibile cazzare (portando il carrello sopravento) o lascare (carrello sottovento) senza toccare la scotta, aprendo o chiudendo la randa. Con il carrello sopravvento e la scotta un po' lasca si accentua al massimo lo svergolamento.

 

 

 

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